Reciproche assenze.

E’ tre giorni che mi riprometto di scriverti e ancora non l’ho fatto. Proprio non ci riesco. Ti ho voluto così tanto in questi anni, ti ho cercato così tanto in questi anni che ora non ce la faccio più. Ora che ho imparato che posso vivere anche senza di te, ora che ho capito che le ali ce le ho attaccate alla schiena e non eri tu a portarmele, ora posso volare da sola.

Se ti cerco cado, se ti cerco crolla tutto quello che ho costruito. O quello che ho de-costruito. Il muro che ho smantellato per poterci far entrare un altro. Qualcuno che merita di essere all’interno, oltre il confine.

Vivere senza di te, restare completamente fuori dalla tua vita non è semplice, nemmeno per me. Nemmeno se l’ho fatto per anni, perché, alla fine, la verità è che non sono mai entrata completamente nella tua vita. Ci sono sempre state delle parti che mi hai tenuto nascoste, delle porte segrete alle quali non ho mai avuto accesso. Ma forse ci abitueremo alle reciproche assenze. Forse ci accontenteremo di poco, o forse saremo destinati a pensarci per sempre e non trovarci mai. Un po’ per rabbia, un po’ per orgoglio.

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